Dedicato ai miei Compagni di Corso. Giuseppe Campa

La notte di San Martino

Devo banalizzare il problema“, diceva Giulia fra sé. Dimagrire. Aveva liquidato esortazioni inutili e sorrisi benevoli, aveva praticato l’astinenza, il digiuno. Perché lui non lo capiva? Era la sera di San Martino. Camminava pensosamente nel viottolo, dentro una campagna che dormiva tranquilla. I crocicchi erano deserti, i lumi del paese ormai quasi vicini. Le foglie avvizzite frusciavano sotto i piedi. Aveva cenato poco e in fretta; ma il vino nuovo era buono, travasato proprio oggi. Umido, umida la campagna, umido il silenzio. Che tristezza quegli alberi mutilati dall’accetta. “Per la notte di San Martino, tutti i becchi vanno in fiera! Chissà perché la festa dei becchi…questo Santo aveva solo tagliato a metà il suo mantello dividendolo con un poverello intirizzito....I cappelletti mi fanno vomitare…non ho voglia di farmi toccare, stasera! Voglio la scampanata di San Martino, voglio il chiasso, voglio il frastuono…Paolo non verrà!…non ha telefonato!…prima o poi…Che silenzio! Dov’è il cielo…e le Pleiadi?…Arato è un grande poeta, mi piace…… <<Sette sono quelle stelle e ognuna ha un nome: / Merope, Alcione, Taigete, Celeno, / Asterope, Elettra e Maia Augusta. / Anche se piccole e prive di fulgore… >>… -non mi ricordo..... Ah! ecco!… <<…..celebri sono poiché sorgono e tramontano al volere del padre Zeus che ordinò loro di segnalare l’inizio dell’estate e dell’inverno e l’appressarsi della stagione dell’aratura …>> ….I cappelletti mi fanno vomitare…Paolo non ci sarà,… lo sento! Cos’è pensare positivo? Chi è quel cretino?…Dio mio, sto male! Voglio che ci sia, voglio che ci sia! Lui è il più cieco di tutti! Forse è irrilevante che ci sia….in classe, oggi, faceva lo stupido con la Virginia…è un impotente, un debole, un inetto,…studiasse!…Non ha importanza…Le Pleiadi…sembrano le ovaie del cielo…Tre settimane di ritardo! Cretina! Gliel’ho detto!…Quei cappelletti mi fanno vomitare…Ecco le luci! Lo amo. Forse no! Stai tranquilla….queste case, piccole, le adoro. Il mio grande pino, il marciapiede, queste pietre le conosco tutte….Non c’è!..Non c’è!... Ci sono tutti gli altri!.. Sono ancora più ciechi di lui!…. Il pino, mio grande amico, così alto, così forte,…sopporta bene questo frastuono tremendo!…E le pietre, così docili e pazienti…soffrono, poverine, ma resistono…Non c’è!….Ritorno a casa… e in fretta,…voglio il mio letto!….Chi è questa moto che lampeggia di dietro? ..”

“ Ciao Giulia! “
“ Ciao, Gianluigi. Sto tornando a casa. “
“ Cos’è questo sorriso spento? “
“ Non sto bene…Sono intirizzita. Ho freddo!.. Hai una sigaretta? “
“ No!… ma ho questa pasticca. E’ una bomba! Ti tirerà su! Ti manda in estasi “
“ Ma ne hai una sola! “
“ Tieni! Faccio a metà con te! “
- , e si allontanò.

Lei si adagiò sul prato. E mentre gli occhi le si chiudevano, le stelle si aprivano e l’armonia, ultima dignità, divenne il vuoto nulla e il mondo, così colmo di bellezza e ricco di giardini, si vendicava poiché dimenticato. E la bellezza di lei rantolò fino a spegnersi.

Pippi Campa


Giuseppe Campa: “Giulia”- biro nera su cartoncino
Il brano musicale in sottofondo “ Giulia” è composto ed eseguito da Giuseppe Campa