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la giornata della memoria

Bertold Brecht - Hanns Eisler - Heiner Goebbels

in

Eislermaterial

di Heiner Goebbels

 con le

 Vier Weigenlieder fur Arbeitermutter

(quattro canzoni per le mamme lavoratrici)

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(Bertold Brecht)

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(Hanns Eisler)

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(Heiner Goebbels)

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L'espressione musicale come coscienza storica

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Per la Giornata della Memoria avrei voluto parlare dei Canti di Prigionia di Luigi Dallapiccola. Poi ho deciso per Eislermaterial di Heiner Goebbels, rappresentato  in prima nazionale a Rimini nel settembre 2003 nell'ambito della Sagra Malatestiana. Questo fatto ha reso evidente la volontà degli organizzatori della Sagra,  di instaurare un percorso sonoro modernissimo al fine di saldare la coscienza storica alla manifestazione musicale con opere nate  da un'urgenza espressiva di partecipazione civile  dell'Arte agli eventi drammatici della Storia anche se si è perfettamente consapevoli che nessuna opera e nessuna enfasi potrà mai competere con il livello negativo della violenza dei drammi sociali.

 

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Vivere il male in tutte le sue forme sembra non sia sufficiente. Occorre riviverlo nelle rappresentazioni, nella pratica treatrale, soffrire nel narrarlo, come antidoto contro l'irrazionale.  Questo ritengo sia stato l'intendimento di Heiner Goebbels nel comporre " Eislermaterial", un documento sonoro scabroso e commovente con il quale aveva inteso tributare un deferente omaggio  al compositore tedesco Hanns Eisler nel centenario della sua nascita.

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Un rapido cenno su Eisler non guasta. Allievi di Schoenberg, ne osteggiava però gli schemi musicali dodecafonici. A schoenberg, dal canto suo, non piacevano " le teorie per migliorare il mondo con una società senza classi" , propugnate dal suo allievo. Eisler , difatti,  cogliendo nei primi decenni del secolo scporso le tensioni provocate dall'inasprirsi del conflitto sociale fra il movimento operaio e l'egemonia economica ma soprattutto ideologica della classe al potere, dà vita alla cosiddetta Kampfmusik ( musica di lotta), moderna e politicamente impegnata come forma di resistenza culturale alla dittatura nazista. Un'Arte militante, quindi, che ricorrendo ad una semplificazione compositiva onde consentire una facile accessibilità alle masse del proletariato, dà vita alla Gabrauchmusic ( musica d'uso), avente precise finalità didattiche. Nasce nel contempo  un nuovo teatro, quello di Bertold Brecht, il grande drammaturgo e regista tedesco al quale  si legano d'un balzo Kurt Weill e lo stesso Eisler, quast'ultimo indicato da Brecht come il "musicista dei tempi nuovi".

 

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Sono gli stessi anni in cui dalle Americhe   sbarca in Europa il Jazz che in Germania condizionerà lo stile del Kabarett, conferendo alle canzoni di Eisler e Kurt Weill  una cantabilità semplice ed immediata. Ma per Eisler, relazionarsi con la Storia, dare parole e suoni comprensibili alla folla sterminata del proletariato era un'urgenza etica. Un'urgenza che Heiner Goebbels da canto suo in questi ultimi anni ha raccolto componendo Eislermaterial, ovvero un prezioso collage di canzoni e musiche di Eisler proposte in un dominio formale diverso, nella condizione del nostro presente ma conservando intatta  la capacità dell'immediatezza comunicativa.

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Eislermaterial: semplici ed immediate melodie, di schietto sapore popolare, cantate su testi di Brecht, che acquistano con la musica non solo il sapore di un lamentpo ma vengono anche rivstiti  di toni determinati, di accenti coraggiosi come, ad esempio, quelli  che in un brano caratterizzano le parole di unamadre che incita il figlio a non lasciarsi sopraffare, a non divenire " carne da macello":  E così avviene anche con  vcon le melodie struggenti delle " ninne nanne", ovvero i testi poetici composti da Brecht nel 1932 con il titolo di

Vier Wiegenlieder fur Arbeitermutter

( quattro canzoni infantili per mamme proletarie.)

Quattro ninne nanne delle quali vi  propongo nel video di sotto alcuni brani in una bellissima interpretazione femminile .

 

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Altre canzoni in quel folle periodo bellico dominavano la scena in Germania e in particolare quella dei campi di sterminio nazisti. Tornano alla mente  ( così si legge) il " Moorsoldatenlied", l'ironica poesia dell'internato Johann Esser e musicata più tardi dallo stesso Eisler o ancora qualcuno dei cosiddetti  " CANTI DELLA SOFFERENZA" , ovvero canzoni derisorie composte dagli ebrei nei lager su sollecitazione dei Comandanti del campo. Agli ebrei di Buchenwald  veniva imposto di cantarle. Fra di esse la famosa " Ninna nanna  per il mio bambino nel crematorio" e , anche la tristissima " Oh, mio Buchenwald". 

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Vier Wiegenlieder fur Arbeitermutter

 

Propongo il testo originale e la traduzione in italiano di ciò che figura nel video:

http://www.youtube.com/watch?v=Vov3p5Sxk48

 

 due strofe della PRIMA, la SECONDA e la TERZA complete.

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PRIMA
.....................
Und ich sah da Kohlenberge
mit nem Zaun drum. Sagt ich: nicht geharmt!
Den ich trage, der wird dafur sorgen,
dass ihn diese Kohle warmt
...............................
Als ich dich in meinem Lib trug
sprach ich leise oft in mich hinein
Du, den ich in meine, Leibe trage,
du musst unaufhaltsam sein
................................
SECONDA
Als ich gebar,scrie'n deine Bruder schon
um Suppe und ich hatte sie nicht.
Als ich dich gebar, hatten wir kein Geld fur den Gasmann,
so erbelicktest du von der Werlt wenig Licht.
Als ich dich trug all die Monate,
sprach ich mit deinen vater uber dich,
aber wir hatten das Geld nicht fur den Doktor,
das brauchten wir fur den Brotaufstrich.
Als ich dich empfing, hatten wir
fast schon alle Hoffnung auf Brot und Arbeit begraben,
wie wir Arbaiter eine Zukunft haben
TERZA
Ich hab' cdich ausgetragen
und das war schon Kampf genug
Dich empfangen hiess etwas wagen
und kuhn war es, dass ich dich trug
Der Moltke und der Blucher,
die konnten nicht siegen, mein Kind,
wo schon ein paar Windeln und Tucher
riesige Siege sind.
Brot und ein Schluch Milch sind Siege,
warme Stube gewonnene Schlcht,
bis ich dich da gross kriege,
muss ich kamfen Tag und Nacht:
denn fur dich ein Stuck Brot zu errigen,
das heisst Strikposten steh'n
und grosse Generale bezwingen
und gegen Tanks angeh'n
Doch hab ich im Kampf dich Lleinen
erst einmal gross gekriegt
dann hab' ich gewonnen einen,
der mit uns kampft und siegt.
(LA QUARTA NON FIGURA NEL VIDEO)

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TRADUZIONE

Prima
Ho visto il mucchio di carbone. Ho detto: bene! Ciò che io porto accenderà quel carbone!
Quando ti portavo dentro di me spesso sottovoce mi dicevo: tu che sei nel mio corpo sei irresistibilmente forte.
Seconda
Quando ero incinta di te, tuo fratello già reclamava la minestra e io non ne avevo,
quando ero incinta di te, noi non avevamo soldi per usare il gas così il tuo arrivo non avvenne alla luce.
Mentre ti portavo, durante tutti quei mesi, con tuo padre io parlavo di te ma per le medicine non avevamo denaro, e avevamo bisogno di tutto per fare dei toast.
Quando conobbi i nostri….avevo appena perduto ogni speranza di pane e di lavoro
e soltanto in Marx e in Lenin era stato detto come noi lavoratori si poteva avere un futuro
Terza
Io ti ho portato fino al termine della gravidanza e concepirti è stato un rischio e portare avanti la gravidanza è stato coraggioso
Le Molltke, bambino mio, non sono state in grado di guadagnare un paio di drappi o di fasce, ma guadagnare pane e latte sono state vittorie!
Prima che tu diventi grande bisogna lottare giorno e notte per guadagnare un pezzo di pane
E questo vuol dire fare sciopero e lottare contro grandi generali e avanzare contro carri armati.

 

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Per chiudere, riporto un passo bellissimo e assai commovente, tratto da " LA NOTTE" di Elie Wiesel dove si evoca l'impiccagione nel campo di sterminio di Auschevitsz di tre prigionieri tra cui un bambino , " l'angelo dagli occhi tristi". Eccolo.
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" ....i tre condannati salirono insieme sulle loro seggiole. I tre colli vennero introdotti contemporaneamente nei nodi scorsoi.
- VIVA LA LIBERTA'- gridarono i due adulti.
Il piccolo, lui, taceva.
-DOV'E' IL BUON DIO? DOV'E'? - domandò qualcuno dietro di me.
A un cenno del capo del campo le tre seggiole vennero tolte.
Silenzio assoluto. All'orizzonte il sole tramontava.
-SCOPRITEVI! - urlò il capo del campo. La sua voce era rauca.
Quanto a noi piangevamo.
-COPRITEVI! -
Poi cominciò la sfilata. I due adulti non vivevano più. La lingua pendula, ingrossata, bluastra. Ma la terza corda non era immobile: anche se lievemente , il bambino viveva ancora...
Più di una mezz'ora restò così, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. Era ancora vivo quando gli passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non ancora spenti.
Dietro di me udii il solito uomo domandare:
" DOV'E' DUNQUE DIO?
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:
- DOV'E'?
ECCOLO: E' APPESO A QUELLA FORCA!"
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